Centro Educativo Psicologico Formativo


DaD: 75% di organizzazione

Didattica a Distanza: 75% di organizzazione

Breve riflessione sulla pianificazione dello studio giornaliero degli adolescenti dopo l'avvento del nuovo decreto riguardante la  modalità di DaD al 75%.  

"Quanto di questa organizzazione richiede un mero adattamento e quanto una pianificazione autonoma del proprio tempo?"

L’avvento della riapertura delle Scuole ha portato un’ondata di cambiamento all’interno degli Istituti scolastici, costringendo insegnanti e dirigenti a reinventare il mondo dell’istruzione, ri-pensando e ri-modellando la struttura e la programmazione della didattica. Questa piccola-grande rivoluzione, pur contenuta da normative e protocolli per la gestione del rischio, ha portato una parentesi di innovazione.

Con l’ultimo decreto emanato dal Ministero, il mondo della scuola è stato chiamato a mettersi nuovamente in discussione con l’obbligo del 75% di didattica a distanza.
Nuove regole, nuovi orari, nuova programmazione delle lezioni che necessitano di ulteriori ri-organizzazioni della struttura scolastica, facendo emergere sempre più una netta distinzione tra spazi fisici e virtuali della didattica: un’ulteriore rivoluzione del quotidiano e l’obbligo di un nuovo riassestamento.

Questo repentino cambiamento ha trascurato però un particolare non di poco conto: la ri-organizzazione del mondo scolastico non è sinonimo di una spontanea ri-programmazione giornaliera della vita di un adolescente. 
Un qualunque strumento tecnologico possiede dei comandi di default grazie ai quali una funzione può essere riprogrammata o riportata allo stato iniziale; per un ragazzo o una ragazza adolescenti questo “reset” non risulta automatico, la modificazione della routine quotidiana richiede il tempo necessario per una corretta assimilazione, comprensione, ri-formulazione e gestione di tutti quegli aspetti che la caratterizzano. 

Conosciamo tutti le difficoltà alle quali abbiamo dovuto far fronte nei mesi di Febbraio/Marzo/ Aprile 2020, difficoltà che hanno investito tanto il mondo adulto quanto i mondi dell’infanzia e dell’adolescenza. Queste dimensioni dello sviluppo presentano modalità differenti di far fronte ai cambiamenti; sappiamo bene che se dovessimo descrivere ad una persona adulta quanto sta accadendo, utilizzeremmo un registro linguistico differente rispetto a quello adoperato con un/a bambino/a di 4 anni o un/a ragazzo/a di 15. 

Nella situazione attuale gli adolescenti si trovano al centro di questo vortice di cambiamenti senza nemmeno avere il tempo di comprenderne appieno il “perchè” e il “come”. Catapultati in una realtà in costante mutamento, rischiano di perdere i punti cardinali che caratterizzano le loro giornate (la scuola, lo sport, gli amici, ecc.). 
In tutto questo l’organizzazione gioca un ruolo non indifferente. Gli adolescenti non scelgono le loro giornate, molto spesso le “subiscono”. La scuola occupa la loro mattinata, i compiti, lo studio e lo sport riempiono i loro pomeriggi. L’intera giornata “è” un’organizzazione, ma quanto di questa organizzazione richiede un mero adattamento e quanto una pianificazione autonoma del proprio tempo?
Bambini e adolescenti si trovano a vivere in contesti già strutturati e proprio quando questa organizzazione viene meno, sembra che il mondo non abbia più stimoli da proporre loro e sopraggiungono così la noia e l’indecisione.
Nel mio lavoro vengo spesso a contatto con adolescenti in difficoltà nella gestione del tempo di studio pomeridiano; questi ragazzi tendono di consueto a colmare il loro “vuoto organizzativo” attraverso l’utilizzo passivo degli strumenti digitali. Sono certi di essere padroni del proprio tempo “libero”, senza però accorgersi di spostare semplicemente l’attenzione da una realtà strutturata ad un’altra. 

Allora che cosa fare? Come permettere ai ragazzi e alle ragazze di diventare artefici delle proprie giornate?
In questo momento storico in cui il tempo dell'istruzione viene in parte consegnato nelle loro mani, imparare a pianificare ed organizzare diventa essenziale. Essere gli artefici del proprio tempo rappresenta così la chiave di volta per giungere all’autonomia. Tale aspetto, però, va insegnato, affiancando i giovani in un percorso che abbia come obiettivo l’ insegnare loro:
  • ad attribuire il giusto valore al proprio tempo in termini sia quantitativi che qualitativi;
  • a personalizzare la pianificazione dello strumento organizzativo sulla base dei propri impegni scolastici ed extra-scolastici;
  • a fare dell’organizzazione la propria bussola per non perdersi nemmeno in un momento storico così incerto.
Questo, quindi, un possibile punto di partenza per i giovani di oggi nonché adulti di domani.


"La più grande scoperta della mia generazione è che gli esseri umani possono cambiare 
le loro vite cambiando le abitudini mentali." 
(William James)



Dott.ssa Martina De Vicari
Psicologa dello sviluppo esperta in psicopatologia dell'apprendimento

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